Tu resterai
(nozze d’argento)
Non ritornerà
l’estate che grondava grano
tra siepi di giunchiglie,
occhi di bosco ad artigliarmi il cuore
le mani al cielo
l’amore a un passo.
Non tornerà più
l’aria sospesa di settembre
coi grappoli di quieti desideri
come farfalle appesi,
che poi subito vanno,
né le trine d’abbracci,
le ghirlande di baci,
le parole lievi e sussurrate,
né quella sorgente chiamata amore.
Ma se più non tornerà
quel tempo, né la pienezza
d’una magia chiamata
gioventù
tu resterai
a frangere calore,
e come brezza lieve
saprai di vento e nostalgia
e piano schiumerai
come l’onda a riva
tra scie d’argento.
E non ti chiamerò rimpianto.
Franca Maria Canfora


Significazione critica della poesia “Tu resterai” di Franca Maria Canfora
La poesia della Canfora sorride al passaggio, dal piacere al desiderio differito, dalla dimensione muta e gestuale, diretta e precategoriale della vita, in continuità transitiva alla differenza, alla dimensione riflessa e matura della parola e della scelta cosciente, che figura, frange il corpo e lo rende segno, che rinvia nostalgico ad una provenienza e ad una fine. L’amore maturo della poetessa accoglie la schisi dell’essere, l’identità di un segno in transito, alla luce di uno sguardo, che riconosce e sceglie la figura dell’amore, luogo cerimoniale del valore e del senso della vita.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti