Critica in semiotica estetica dell’Opera “Davide e Golia” di Giovanni Branciforte

Gli spazi transizionali, immaginifici e configuranti del Branciforte sono provocatorie ipotesi paradigmatiche, per nuove fluide soluzioni della coscienza. Davide e Golia non sono personaggi distinti, sono invece due istanze del medesimo essere, la maschera dell’abito della medesimezza e il volto dell’evento di distanza e differenza. Davide è orientamento cinetico, tensione, corpo vivente e operante, che manifesta il suo tropismo alla verità emotiva. L’artista celebra il transito della verità, che corre sempre incontro alla sua trasmutazione in errore.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti