Critica in Semiotica Estetica dell’Opera “Che meraviglia! Così sono le mani dei santi” di Sibilla Fanciulli

I sensibilissimi albori chiaroscurali dell’occhio fotografico della Fanciulli imprimono la marcatura dei segni fenomenici del silenzio, del linguaggio dell’anima. L’artista coglie la dimensione visibile, che a meraviglia contiene l’invisibile, la traccia che all’invisibile rinvia, in presentificazione dell’assenza, della sostanza dei corpi segnati. La figura è sempre nome della divinità: la primitiva relazione segnica all’oggetto significato nasce nell’esperienza del sacro, soglia degli abiti linguistici. Sacrificare è fare il sacro, è segno in relazione memoriale all’oggetto del divino. Il santo è simbolo mediatore, che porta i segni e ritualmente rammemora il divino, per la partecipazione della comunità.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti