Il folle
Vivo nel labirinto di una
solitudine esistenziale.
Trascorro il mio tempo  in
un dialogo silenzioso
parlando a coloro che
vivono al limite dell’umano.
Con sguardo gagliardo
penetro
tra le macerie della carne
fino a raggiungere l’infinità
dell’animo dove
messaggi inafferrabili
guizzano
sfuggono
corteggiano
un intelletto che, come un caro amico,
mi accompagna nell’affabile
luogo del tempo
rallegrandomi con futili piaceri
per poi lasciarmi
scontento
insoddisfatto
in quel corpo dove la follia
dirige
il melodramma
dell’esistenza.
Marco Borgioli


Significazione critica della poesia “Il folle” di Marco Borgioli
I versi del Borgioli aprono al prezioso valore della creatività del folle, che del costretto, sofferente, lacerato significante corporeo, come gli atti stereotipici o i sensorismi, trova il rimando al più vasto, infinito dei significati, “l’affabile luogo del tempo”, del tempo circolare in eterno ritorno, il tempo della proiezione psicoaffettiva nel grembo materno, memoria inconscia di piacere e bagaglio archetipico, che ristora immaginifico nella sinestesia dei sensi dagli strazi del dolore.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti