Oltre i confini della notte
E’ vespa, è zanzara o falena,
questo ronzio d’insetto
che desta nell’orecchio
un nido d’assonati ricordi?
Un brivido lungo la schiena
fa eco ad un richiamo di voci
perse nel sordo rimbombo
di una valle dove i pensieri
sono prati sempreverdi
ed il respiro del tempo
è caldo vento di Libeccio
a regalare generose piogge.
Si gonfiano fragili argini
e forte s’odono gorgoglii d’acque
in quei chiassosi fiumi
che corrono verso il mare,
laddove, sfacciato,
issa le sue vele il silenzio
ed è sempre e solo la memoria
a farsi chiglia già nell’onda
in un rollio di luna e stelle
che, al mio cuore,
chiede la nostalgia di un nome.
E, nel buio che m’affoga gli occhi,
soltanto l’acuto in si bemolle
di un loquace abbraccio d’alba
dissolverà nella bocca
la voglia matta di te
… di te che sei stato, sei e sarai
la follia dell’approdo,
tra gaudiosi ritornelli di risacca,
in un muto viaggio di labbra
oltre i confini della notte.
Loretta Stefoni


Significazione critica della poesia “Oltre i confini della notte” di Loretta Stefoni
Le vorticose e profonde immagini della Stefoni aprono da un brusio brulicante, che stordisce e risucchia la coscienza indietro, risalendo la filogenesi della memoria inconscia, nella vita che precede la parola, nel suono, nel silenzio, che solo ripete il ritmo degli astri, riflesso della luce e nome, che la colga perduta. Fino a che la musica dell’alba, che l’inconscio della notte sposa alla coscienza del giorno, porti l’amore del piacere, che si sceglie desiderio, ogni volta nuovo, rinominato dall’emozione d’infinito.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti