L’ora breve del riprendersi
Su questo declivio che con rapida china,
scende d’impazzata tra le acque, t’ho guardata,
illusione di durare; e, a udirsi, si son svelate,
le vane mete,
l’approdo ove m’apersi in vena di soffrire.
Ma, lascia che dalla svanita fiamma, trovi dimora,
la plumbea nube,
che densa, come fuliggine che sale,
dal grigio dei canali,
è segno, che la grazia s’è dissolta,
e il cuore stanco, anche all’ombra
può affidarne l’empito soffio,
che prepara d’ogni sussulto, l’ora!
E dal mare discende la vasta calma
ondulante del sogno,
che il livore dell’anima placa,
nel seguitare l’atto che ci deluse
di sovrastato abbuio, ma a cui noi porgemmo,
della parola mai stanca,
la musica dolce che cade,
in fievole abbandono. Altra ora ci attende,
del vano rincorrere l’ignorato amore,
che seppe di noi,
dal suo stesso ansare,
mutevole trasparenza di cielo,
che la nube cinerea, ingorga, al punto più alto,
del suo mal chiuso giro!
Anche di questa smorta luce che s’avanza,
dal consumato azzurro
non s’acquieta la brama di vivere,
che mi possiede, come inestinta febbre delle cose!
Corre alla vita, quello che ci tenne, fusi d’ampio raggio,
che non muore; sulle tue dune di luna, stanotte, amore,
affidami di nuovo, del tuo slancio, il caduco
volo di colomba, e l’ora breve del riprendersi,
a smemorarmi d’infinito…….!
Sandro Rippa


Significazione critica della poesia “L’ora breve del riprendersi” di Sandro Rippa
La poesia del Rippa è catabasi, discesa alle acque dell’inconscio, luogo inarrivabile al possesso della memoria e della coscienza, grembo di pienezza della mancanza e amore. Il presente umano è “caduco volo di colomba”, transito al poeta, riconoscimento teso, anelito di una natura oscillante fra l’assenza nella memoria, nella mimesi nembosa del nome e la presenza musicale e ansante di piacere, infinito istante dell’essere, nel ricordo immemoriale e sensoriale irriflesso del luogo di origine.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti