I luoghi dell’infinito

Terra, mare, cielo
densi o trasparenti
circoscritti o vasti
sono i Luoghi dell’Infinito.
Si aprono tutti
ad orizzonti così lontani
da essere inafferrabili.
Sembrano sfuggire al nostro sguardo
ma sono lì e riusciamo ad abbracciarli.
Sono dentro di noi,
nella parte più profonda della nostra anima,
da sembrare irraggiungibili.
Terra, mare, cielo
non sono spazi finiti
e così le nostre braccia nell’accoglierli.
Si aprono e ci aprono all’Oltre
verso una cromia palpabile
pur nella sua evanescenza.
L’Infinito ci viene incontro,
spalanchiamo le braccia.
Si celebra così una sorta di liturgia
di sensazioni ed emozioni:
si vola verso l’infinito
verso quell’Oltre
al quale la nostra anima aspira,
che il nostro bisogno capta.
L’Infinito è dentro di noi,
i luoghi ne sono
la meravigliosa metafora.

Francesca Frisano


 

Critica in semiotica estetica della Poesia “I luoghi dell’infinito” di Francesca Frisano

La parola schietta della Frisano si dispiega svelando una dialettica sensoriale fra il tangere e l’intatto del luogo d’infinito. L’infinito è atto liturgico, perché vive di una sacrale opera di universalità. La sinestesia inconscia e archetipica è salto metaforico, traslazione all’oltre di sé per analogia profonda al mondo, è connubio, intuizione, memoria immemoriale di una sintesi primigenia. L’uomo al mondo è alla meraviglia di un’origine stessa, che non conosce antitesi.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti