Dipinto

S’inerpica,
a tratti,
il sentiero,
che il tempo ha scolpito,
che il passo ha increspato,
tra zolle.
Saliamo.
Profili sporgenti di pietre,
di sterpi,
di rami avvizziti.
Sopra tronchi infuocati,
un frinire insistente,
un vibrare accanito di foglie.
E nell’aria
un rimbalzo irrequieto di suoni.
Più in alto,
sul colle,
un ritorno di eco
di mandrie migranti.
Tra i riverberi all’ombra,
sui prati,
un diffuso velame di incanto
ci riempie,
ci acquieta.

Giovanni Guaglianone


Critica in semiotica estetica della Poesia “Dipinto” di Giovanni Guaglianone

Battente, la parola gestuale e iconica del Guaglianone accompagna la salita con l’erpice dei sensi, aggrappati e carezzanti l’erto paesaggio, riarso e spoglio, della coscienza estiva. A domare, a lenire in sinestesia, con una trasmutante erpicatura, la terra arida in aria vivida e sonora, distesa, sfumata e interiorizzata per incantamento, ad acquietare l’affanno del cuore.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti