Il poeta Ubuntu

Nell’enorme vuoto, pieno di niente.
Il poeta dorme nello spazio
senza libertà di veder volar i suoi sogni.
Dall’aria nasce il respiro
dal campo cresce il frutto.
La sua dolce saggezza risveglia coscienze distratte,
danno ali alla ragione.
Il poeta ignorato dal destino sfoga i suoi tristi versi al vino
e a tante parole sparse al vento
piange lontani ricordi, che ancora oggi, vivono
nella sua miserabile vita che la morte si scordò di ghermire!
Per il mondo, Ubuntu è solo un pensiero malinconico.
Ma per lui… Ubuntu è come uva matura
che attende il tempo di divenire vino.
Perciò dorme, l’ubriaco poeta
e sogna questa immensa utopia,
nel paese della poesia.

Jeovano de Matos Francisco


Critica in semiotica estetica della Poesia “Il poeta Ubuntu” di Jeovano de Matos Francisco

La parola etica del Francisco si duole dell’ingombro della vacuità di un mondo, che dimentica il valore della dignità umana. La dignità nasce come status ontologico dell’uomo, connaturata, principio primo e indimostrabile di nobiltà essenziale, di cui è latrice la poesia. Ubuntu è il riconoscimento mutuale, intimo movimento di un legame relazionale universale, che sorregge la comunità, nelle maglie strette della sua costituzione, nella reciprocità di chi nasce da una causalità e una finalità reciproca. L’io è ciò che è, solo in virtù di ciò che tutti siamo: Ubuntu è l’universalità dell’essere, che attende ancora esistenza.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti