Temporale

Tocco il cielo con lo sguardo
senti il velluto delle nuvole
messe lì come dieresi
su un pentagramma vocale
di trambusti lontani.
Ora tutto si ammassa
come creta plasmata
di saette scoccate
a punire la terra.
Osserva il dito dei giudici
in un lasso di tempo instabile
che sobilla la memoria
e sferza, punge con aghi
luminescenti le radici
disadorne, esposte
al tumulto del temporale.
Trasalisce l’animo ancorato
al limite immanente
inarca la schiena
lo spazio al trascendente.

Massimiliano Giannocco


Critica in semiotica estetica della Poesia “Temporale” di Massimiliano Giannocco

Archetipica, la parola del Giannocco figura nel simbolismo della nuvola il segno significante della parola, la costitutiva impossibilità umana della visione della verità. L’uomo è sonoramente sospeso in una pausa, nella dieresi di una separazione, è ferita della pelle, iato della voce, dicotomia di un’idea. E al sussulto fisico ed emotivo dell’inconscio al fulmine della coscienza è il luogo dell’uomo che trasalisce, nel salto dell’oltre. È il mito universale della creazione, che da un’originaria indistinzione di cielo e di terra racconta del sollevamento della trascendenza celeste sull’arco della schiena, a segnare il principio del tempo dell’uomo.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti