Critica in semiotica estetica dell’Opera “Guardando quello che non vedo” di Widmer Tassinari

Il libero gesto cromatico del Tassinari è viva pulsione, che esprime il sentimento panico di un plesso solare aperto alle lingue labirintiche delle emozioni. È la relazione intima tra il microcosmo e il macrocosmo. Fra ricezione grata e dedizione espansiva l’iniziato trova la visione d’ingresso oltre l’apparenza, in un centro originario e proprio che abita il sole. È la trasmutazione sacrificale della forma nella forza che affranca, per una nuova alba di sé.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti