In memoriam
Nel microscopico frutteto dell’avita casa
s’erge un tiglio,
al preludio dell’estate messo a dimora
nel dolce ventre della Grande Madre,
respiro sacro nel fluir delle stagioni.
Esile eppur possente,
sfida il vento impetuoso
che s’impiglia tra i rami,
protesi al cielo in preghiera:
struggente anelito a scampoli d’azzurro
e a spazi d’infinito.
Nel verde silenzio, nelle note profumate
i fiori sono perle di manifesto amore
che tu sempre, padre mio diletto,
elargivi a piene mani,
riverbero di luce e di calore.
In ricordo delle adorate radici
s’erge un tiglio,
bagnato da lacrime frammiste
a stille di rugiada,
nel deserto d’affetti oasi fiorente.
Quando la luce cede il passo
a coni d’ombra,
sotto la chioma velata da uno scialle di luna,
diletto luogo per il cuor
e per la nostalgia,
m’è dolce pregare, cercar conforto
e come per incanto si rinnova la speranza.
Sull’onda di celtiche memorie
e di arcani echi
anche un albero sa cantare melodie.
Carla Barlese
Critica in semiotica estetica della Poesia “In memoriam” di Carla Barlese
Di sensi e d’anima, la parola della Barlese è rinascita di memorie. Il tiglio è letteralmente l’ala dell’anima, che sposa la terra e l’aria nel respiro di sintesi, a reintegrare l’ombra del distacco. È l’elevazione del profondo, lungo l’axis mundi, fra luogo umano e luogo spirituale. Fra lacrime e rugiada è la trasmutazione della materia, fecondata dal divino, è il nettare eterno dell’amore che vince la morte.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti