Dietro le quinte della notte
In un silenzio liquido e opaco
specchio di infide paludi,
nascono e si inseguono ricordi
densi di ombre.
Cieli gravidi di nuvole
profonde e nere come pece
anticipano bagliori di lontani temporali.
Filari di viti rubano spazi di vento.
Una teoria di memorie vaghe, incerte
svelano antiche ed inedite fisionomie,
sollecitando un viso perplesso
a rovistare tra insidiosi dubbi ed infantili paure.
Dietro le quinte della notte,
tracciate da insolite geometrie,
si scoprono, pettegole e insidiose
inquiete ambiguità.
Sogni, memorie, desideri e immaginari
solidali e alleati
si oppongono all’imminente
e ingannevole realtà del nuovo giorno.
Corrado Avallone


Significazione critica della poesia “Dietro le quinte della notte” di Corrado Avallone
Oltre la rappresentazione della parola, nel buio e nel silenzio, tenta lo sguardo l’opera dell’Avallone, che è sempre ancora specchio d’immagini interiori, a cercare il luogo in cui nasce il suono della vita naturale, nella memoria archetipica e prima del logos, nel luogo del senso. Il poeta denuncia il momento necessario della verità, quando la geometria nominale di sé e mondo si rinnova, attraverso l’arte, e crolla la bugia calcarea della coscienza, che si ostini all’uso di vecchi abiti della significazione. La poesia è monito ed invito alla domanda dell’identità, valore che riapre ogni forma, mai ultima, del rispondere.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti