Immagine
Tra
i meandri
del tempo
dorò
fiammeggianti
aureole
Straziò
la patina
biancastra
del sogno
Tacque
di mille
inquietevoli
orde
Si fuse
col calar
della tenebra
bellezza
quasi stucchevole
Adagiò
ali perpetue
di rovinosi
cammini
Quasi
non volle
Nel ridestar
dal sogno
la sua
immagine bella
Daniela Cicognini


Significazione critica della poesia “Immagine” di Daniela Cicognini
Un conflitto creatore la Cicognini riesce a scatenare dalla potenza dell’immagine, fra le dimensioni di dono e di sottrazione e in alchimia, da “i meandri” fluenti del divenire, ad una rubedo fiammeggiante e attraverso un bianco albedo, al cerchio aureolare dell’essere. Un silenzio affollato apre la sinestesia dell’ombra amara e di una luce di zucchero, sino anche allo “stucchevole” della forma della coscienza, tutto nell’amplesso degli opposti e della volontà, nello iato di una riga sospesa, combattuta nel paradosso, fra l’appagamento fugace, nigredo di una bellezza, e la dannazione vitale e infinita del desiderio in tensione.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti