Il mio dolore pre-ferito
Mi accorgo ogni volta di nascere
quando in vita previene all’io il dolore,
pre-ferendo la stessa ferita che mi nacque
quando nacqui nelle comuni nostre acque,
di cui ci dissetiamo per non morir di sete.
Il mio dolore, così pre-ferito,
si rivela di infinite sete,
in infinite seriche sere
quando dormo, e la vita è in disparte;
ma non dispero, con un po’ d’arte,
presento il futuro nel presente,
e questo, qui e ora, mi consente
di fare, del mio dolore preferito,
un verso, un dono, un presente,
che ti regalo pienamente
perché grazie a te esso sente.
Si chiamava, così, un tempo «dolore»,
questo gesto, questo battere del cuore.
Enea Solinas


Significazione critica della poesia “Il mio dolore pre-ferito”
di Enea Solinas
Il poetare rimato del Solinas figura un burriano momento per momento, un perifrastico futurus sum a rinascere, che muove infiniti principi di un’umana mancanza ad essere, grumo di dolore e nodo, che ricorda e riaccorda sé e mondo. Il verso del poeta tocca l’arte come rito, l’azione come ripetizione infinita nella kìnesis e creazione in supplenza dell’assente, che avvalora. I baciati isomorfismi delle tracce archetipiche interiori con le forme esterne chiudono il cerchio del tempo nel riconoscimento, che è sempre universale e mutuale, e dono reciproco, che nasce da un’originaria coappartenenza d’io e d’altro, mediata dal corpo vivo.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti