Ombre
Ombre su ombre,
diafane sulla mente,
grigie come tombe,
oscillan lentamente.
Pazze come tenebre
stillanti ossessione,
serve d’una Celebre
Feroce Possessione.
Ombre su ombre
velo bruno sopra il cuore,
da stridule trombe
panico inno di terrore.
Ombre su ombre
sulla pelle della mente,
e follia che incombe
incedendo regalmente.
Empie come bombe
esplodenti di dolore,
ombre come onde
mangian l’anima che muore.
Dentro catacombe
sigillate dall’orrore,
ombre sopra ombre
decomposte di parole.
Ombre su ombre
che gocciano di suono,
piovon dalle gronde,
rimbombano di tuono.
Ombre su ombre
pesanti come piombo,
la nebbia le nasconde
mentre cadono sul mondo.
Ombre su ombre
in un’infinita processione,
che dilaga e prorompe
in un abisso di prostrazione.
Andrea Di Massimo


Critica in Semiotica Estetica della Poesia “Ombre”
di Andrea Di Massimo
Ansante e celebrativa, la parola del Di Massimo invoca la presenza genitrice della dimensione umbratile dell’inconscio. È ritmica la cadenza di una rima, dal passo incalzante e infervorato dalla volontà d’ingresso fra i rituali della memoria orale collettiva. L’ombra è archetipo, che possiede, che dispensa anonimia, pluralità, paura, dolore, follia e morte, per esorcizzare, affrancare, battezzare la trasfigurazione al presente, per la supplice e sacrale emersione al senso dell’espressione. Ogni parola è luce di un’ombra originaria, che fonda un universo.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti