Amami
Amami stasera,
contornami il silenzio di sospiri
e cingimi l’amplesso con i lacci dell’abbraccio,
mentre negli angoli di pareti assottigliate,
giungono parole di sussurrate voglie.
Ascolta, ti racconto di sogni immaginati
e di profili fermi contro i tramonti
accucciati sul proibito mio volerti.
Non hanno mani ma solo disparate unghie di rapaci
che svolazzano tra il soffitto e la coltre stropicciata.
Ma tu, amami ovunque, anche se l’assenza diventa corrugata fronte
e il ciclamino di montagna colora lo smarrimento,
quando l’ombra del crepuscolo, fa addormentare i petali delle margherite.
Manuela Magi


Critica in Semiotica Estetica della Poesia “Amami”
di Manuela Magi
La parola esortante e seduttiva della Magi invita al sonno della coscienza, all’abbandono dell’elusione, all’amore dionisiaco, inconscio, pulsionale, alla rinuncia all’astersione del peccato. La struttura edile dell’io indebolisce, sotto i colpi attentatori dell’onirismo immaginativo, che moltiplica, che differenzia, che involve, che innatura al descensus del sole alla notte. E quando anche l’assenza crei di ogni luogo il segno del rinvio all’amore, che questo non abbandoni il desiderio.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti