Vanessa
Quando lasci cadere i limiti umani,
alleggerisci la croce del mio pensare
e ogni passo diviene leggero verso di te
Tu che sei nata tra le cose necessarie,
la torsione della vite, il riverbero dell’ulivo,
il luogo segreto dove cade l’ombra e la sua luce,
la forza esplosiva della rosa selvaggia,
nelle armonie dello spirito umano.
Sei del suono campestre celestiale,
il gesto, il sintomo dell’affetto e dell’amore,
avvertito per misura e non per proporzione.
Amore
Mistero della creazione
sincronismo dell’Universo,
il lampo di Dio, il gran Genio,
Tu, un fiore del suo giardino.
La tua essenza è fatta di lievito madre
Sulle tue spalle due ali
tradotte in braccia laboriose
trasformi i cuori in pasta di mandorla,
e li avvolgi nel tuo segreto dolore.
…e sei nel peso dell’acqua sostenuto dalla terra
Legge indiscussa della fisica
conseguenza di una ragione cosmica
Quando poi in te la nube si specchia e
le tue forme modifica ed il sole tornando ti interroga
In me l’Amore si accentua, s’armonizza
La mia natura muta, si trasforma,
da figura umana in salice solitario,
piangente, custode delle acque che ti hanno generato.
Gianfranco Rossodivita


Critica in semiotica estetica della Poesia “Vanessa” di Gianfranco Rossodivita
L’eufonia musicale del Rossodivita canta della donna amata in un romanticismo che abita profondamente e sensorialmente la bellezza della natura e percorrendo i moti archetipici delle forze elementari, supera i confini della materia e anela alla trascendenza spirituale del luogo amato all’infinito. L’apparenza è l’amore di una domanda aperta, nella sincronia, nella sintonia, nella sinfonia che corrisponde il luogo di una donna, al bacino delle acque, al divino grembo della vita.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti