Poiein

E vedilo un poeta mentre prova,
nell’aria che risuona
dell’idioma dei venti, una scansione
di ermetiche cadenze.
Con vaghi portamenti della mano
tra la conta e la danza
a scambi ambigui guida
le già impennate dita a pentagramma.
È con esse che affronta, chiuse a pugno,
il canone canoro delle Muse.

E tra umori celesti
ed estri temerari
spicca a seme di sonora sostanza
da esoterici testi
qualche chicca di parole in colonna.
E fa che in ogni stanza si rinfreschi
l’immagine di Eco come donna
che adeschi e infiammi lui
che danza e che poeta.

Franco De Luca


Critica in semiotica estetica della Poesia “Poiein” di Franco De Luca

È un fare la poesia, il modo di vita della creazione artistica, del componimento musicale, che genera per ispirazione entusiastica, ovvero che letteralmente accoglie in sé le divinità, le muse a volgere il pensiero. La parola melodica e sinestesica del De Luca nasce dal rituale della danza ed è ripetizione analogica, l’eco lanciata al desiderio, per la presentificazione di un’origine perduta. È Narciso il poeta che vive di sé l’irraggiungibilità oggettuale, sempre riflesso in eco di vacua e amante parola, che plurimo lo chiama, specchiante.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti