Fra poco è l’alba

Fra poco è l’alba. Alla finestra
tremano le costellazioni dell’inverno,
nulla che rompa il silenzio.
Il buio si addensa negli angoli,
l’oscurità informe pesa sul sonno
le notti di dicembre.
Senza quiete né memoria, indeciso,
sto come un bambino alla porta di casa.
Varcato il confine opaco del sogno
vorrei sollevare il velo e scoprire
a cosa, a chi sto dicendo addio.
Mi mancano i ricordi, con loro
è avere nella vita un luogo
mai dimenticato, immutabile,
dove l’affanno si placa e ogni gioia.
A volte appare una nave
in fondo alla mia stanza,
vele spiegate a cercare il vento.
Mio padre da bordo chiama
“vieni con me, vedremo il mondo
e gli anni, tutto ti sarà svelato
nei colori del cielo a primavera.”

Sul muro tremula una macchia di sole,
il primo fiore si apre.

Giulio Bernini


Critica in semiotica estetica della Poesia “Fra poco è l’alba” di Giulio Bernini

Prossima, la parola del Bernini è lucore di una vicinanza, già obrizo presentimento della cosmogonia di un sapere. Silenzio, oscurità, gelo, sogno e assenza si addensano nella solidità di un unico corpo gravante della vacuità di un ingombro, che induce alla partenza, al passo fanciullo e valicante, al risveglio al luogo dell’essere che la memoria trasla dal passato al futuro, è una sapienziale spiritualizzazione della materia, al primo palingenetico lucere splendente di un’eterna primavera.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti