Mattino d’origine

Savana d’aria
l’alba di oggi esplosa
come nel Cambriano,
l’ossigeno degli dèi
per i trilobiti, coloni della vita,
i primi occhi del mondo,
e per me, bipede sognante.

Il tempo del mito mi cinge
ad anello, polverizzate
le gerarchie di memorie.

La cerimonia del respiro
simula il ritmo del volo a bordo
di nubi, per raggiungerti.

Nutro la parola di danze rosse,
corniole di suoni
per sillabare l’origine.

Alle sette del mattino,
il caolino del sogno
mi imbianca per rito.

Navigo la famiglia dei vivi
per intermittenze,
lampi d’acqua
per il trasmigrare sacro
all’inizio dell’universo.

Aspersa di primordi,
nuoto il tempo
tra totem liquidi
ed estasi di antichi oceani,
fruscianti dei primi sacri sussulti.

Trascendere a ritroso,
in Tuffo cosmogonico
nel cuore paleozoico dell’abisso,

a dirompere l’origine
nel prodigio supremo della forma.

Gabriella Cinti


Critica in semiotica estetica della Poesia “Mattino d’origine” di Gabriella Cinti

Archetipica, la parola della Cinti è vaso, ricettacolo di vita, a fondere l’origine umana, naturale e divina, nell’abbraccio circolare del tempo, in eterno ritorno, ove l’ontogenesi ricapitola la filogenesi. Al rituale del respiro, la poetessa mesce luogo interno ed esteriore, in alchemica rubedo e individuazione, a solvere ogni cosa nel grembo acqueo primordiale, a coagulare il nuovo macrocosmico principio.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti