…e ora

… e ora che mi ascolto nel silenzio,
che il mio corpo racconta la storia della vita,
ora, figli miei,
trattenete fra le vostre mani quell’essenza,
quell’alito divino
che vi soffiai all’alba di un mattino.
Non temete, figli, volgete gli occhi altrove,
dove il domani appare effimero infinito,
non temete, vi accompagnerò,
se voi vorrete, fino all’ultimo respiro.
Dagli appannati vetri dei miei giorni,
in silenzio vi seguirò inspirando il vagito dell’aurora,
contando i vostri passi uno a uno,
le risate gioiose in novelli campi,
il balbettio di parole e d’alfabeto.
In silenzio, inseguirò i vostri sentieri,
le gioie e sofferenze, la dura scalata dell’adulto.
Rimarrò celata, creature mie,
sommando speranze, sottraendo ansie,
trattenendo in me l’inganno dell’indifferenza,
quell’inganno che mente a se stesso,
per non creare l’idea dell’invadenza.
Non temete, figli, con l’antica gioventù che avanza,
dipingo l’esistenza coi vostri volti,
odo ogni istante le vostre voci, in assonanza con quelle dei vostri figli.
Osservo me stessa fra i rami della quercia, aggrappata all’ultimo ramo,
con le nodose mani ricamo ancora i sogni dei domani.
Tra le parole infilate nelle pieghe del sughero imbevuto del passato,
troverete, un giorno, forse domani,
quel succo di latte e miele, antidoto di mille sorsi di fiele,
fatene uso baciandovi sul viso, sugli occhi,
e sia per voi memoria di sorriso.
… e ora è tardi ho bisogno di riposo,
domani all’alba vi soffierò il mattino.

Vittoria Nenzi


Critica in semiotica estetica della Poesia “…e ora” di Vittoria Nenzi

Nel movimento commosso di umano e di naturale, la parola epistolare della Nenzi è desiderio di perpetuazione, nel dono diretto generazionale e più ancora nel dono indiretto di senso. È invito alla curvatura del tempo, ove l’istante incontra l’eterno, è speranza di verità nel silenzio, è abbraccio panteistico e animistico nella continuità dell’umano al divino. È offerta rituale e sacrificale, in libagioni di latte e siero di linfa melilla, crisma di vita e di catarsi dei lupercali, ai simboli di forze opposte e congiunte, un mercurius e un sulphur, per l’oro alchemico di suprema conoscenza.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti