Critica in semiotica estetica dell’Opera “Variazioni irresistibili” di Adriano Mencini

Propria della coscienza è la resistenza, letteralmente un fermare respingendo le pulsioni istintuali dell’inconscio, che al contrario è movimento inarrestabile di seducente attrazione irresistibile: a questo rovesciamento e trascendimento invita il Mencini, per il transito annuale attraverso l’uso apotropaico del personaggio di Arlecchino. La potenza ironica universale della maschera infrange le regole, i ruoli e le ipertrofie della coscienza. La dimensione liminale della figura accoglie la compresenza degli opposti e partecipa dell’aspetto rituale sacrificale, che dalla latenza invernale si apre al luogo germinativo della nuova primavera di vita. La solarità della consapevolezza è declinante alla pulsione ctonia di verità fremente del cuore e risorgente a nuova rivoluzionante forma identitaria di coscienza.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti