Critica in semiotica estetica dell’Opera “Oltre il bosco” di Maria Giacoma Vancheri

Il prato rosso sacrificale della Vancheri è il sostrato rituale, che reintegra il dolore alla terra nera, allo smembramento del caos originario della materia inconscia, che viene chiamata alla trasmutazione alchemica, dalla morte alla rigenerazione. Tramonta la vecchia coscienza, che solve all’indifferenziazione e alle betulle è l’asse d’elevazione, che letteralmente dalla nerezza del bitume della terra conduce alla purificazione spirituale. La betulla è l’albero dell’albore dell’inizio, della risurrezione della coscienza dal fitto bosco dell’inconscio, che volge all’oro di conoscenza filosofale dell’occhio fogliare, che con sapienza coglie la visione superna di sé e delle cose.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti