Fragilità
Intorno
è un vagare incessante di ombre,
irrequiete,
indecise,
un errare fremente,
distorto
di corpi;
tragitti indistinti,
roventi,
rigonfi di affanni.
Rimbalzi vivaci di rabbia.
Sofferti abbandoni.
Sfuggenti,
insinceri,
inutili intrecci di quiete.
Ma, ovunque,
nei prati,
tra gli esili steli,
tra sterpi,
sussurri armoniosi,
silenti
di vento
e nell’aria
profumi di erba,
risuoni,bisbigli di foglie aleggianti.
Dispersi,
smarriti nel vuoto,
confusi,
pressanti pensieri.
Giovanni Guaglianone
Critica in semiotica estetica della Poesia “Fragilità” di Giovanni Guaglianone
Di sensi e d’anima, la parola del Guaglianone canta la fragilità dell’uomo, sonoramente la frange e frammenta in moti ardenti di corpi mancanti, di parole autunnali, nate a morire. Ma, oltre l’esile finitudine dolente, inetta e fremente del dire, ecco lo spazio fra le cose, la sinestesia dei sensi, il senso unitario e residuale che rifonde: è la continuità armonica, l’anima dei luoghi mutili e struggenti nel silenzio del vento.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti