Critica in semiotica estetica dell’Opera “Antigone” di Alessia Zolfo
Dal nero bitume del sacrificio, emerge l’alba stele d’eternità della memoria dell’Antigone della Zolfo, a metafora dei diritti e del valore della libertà dell’uomo e della donna contro il dispotismo e i soprusi dell’autorità del governo. L’eroina muore in fede alla propria volontà, per il rispetto degli affetti familiari, per la sfida alle convenzioni sociali di sottomissione di genere, a difendere le leggi divine contro le leggi umane, in nome del génos che supera il nòmos.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti