L’attesa di una madre
Era il tempo dell’attesa, quello.
Ricordi, padre, il pallore del suo volto,
l’assenza di un seppur minimo sorriso?
E le parole, le sue parole, le ricordi?
Stanche e a grappolo cadevano
sulle distese del tempo, sopra la città dormiente.
Nulla accadeva, neanche alla luce dell’ultimo lampione.
Mi assopivo appena un poco. Era difficile, allora,
distogliere lo sguardo da lei che, scostando le tende,
bramava il passo del ritorno.
L’attesa permeava di grigio la fitta nebbia.
Povera madre, disillusa ad ogni alba.
Ancora dispensa – là nel luogo dove tace –
un mestolo colmo al figlio assente,
ancora affida il suo nome al vento complice negli anni.
Quegli anni! Debitori di vita, che non hanno nome.
Sonia Giovannetti


Significazione critica della poesia “L’attesa di una madre” di Sonia Giovannetti
La parola mesta e dondolante della Giovannetti culla e incanta lo spazio luttuoso fra un figlio e una madre, un poco a lenire il dolore incommensurabile. Anche la natura è avvinta dal luogo materno ed in un presente eterno di veglia è investita del dolore, condiviso e partecipato, per il desiderio di catarsi. Ogni parola stessa, figlia dell’uomo, diviene frutto vano e cadente, abbraccio di nulla, vuotata di oggetto e di senso: il tempo della guerra non ha nome, perché nome è abbraccio di vita.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti