Come mi batte forte il cuore…
Trema così forte
sul dirupo, d’immenso vestito.
Trema questo cuore,
batte forte di dolore,
di un ricordo modellato
su queste mani e queste palpebre
che palpitano…
Nuovamente
questo attimo si manifesta,
come un angelo che le ali
dona ad ogni mio coccio,
ad ogni luce all’improvviso
concesso ai miei occhi
così languidi…
E si ripete, odor di pioggia,
cammino svelto e abbraccio forte
i baci ad ogni impronta,
i sorrisi ad ogni curva.
Non ti lascio,
non ti spengo:
sei un fuoco ancora ardente
sorriso mio:
fai così fremere
che ogni immagine creata
è un gioiello profumato
travestito…
Valerio Calabrò


Critica in semiotica estetica della Poesia “Come mi batte forte il cuore…” di Valerio Calabrò
Rapida divampa la parola del Calabrò, a consumare i segni del mondo come vesti date alle fiamme, per un nudo e continuo riconoscimento, perché l’unico senso è all’oggetto d’amore. I frammenti umani della mancanza ad essere e il lugubre caso del non senso si riscattano nella nietzscheana volontà creatrice, che redime dalla vacuità, attraverso la maschera del segno, nel rimando transitivo all’amata presenza.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti