A ogni taglio sulla pelle
A ogni taglio sulla pelle
tu ritorni
amico silente
e guardi di lontano,
muta accusa,
il nuovo lutto,
quasi a chieder conto
del nuovo peso a nuova pena.
Ed io, vergognoso,
vestiti i panni del commesso,
mi sorprendo alla conta dei dolori
quasi avesse un senso dare prezzi,
quasi avesse un senso
confrontare vecchio e nuovo
per decidere il più caro.
E quasi non mi accorgo
che pur se andato via,
mai sei stato assente,
che sei nel gesto quotidiano,
nel mio banale inciampo,
o nel sorriso inaspettato
a ripetermi a ogni passo
che il no di oggi
è anche il forse di domani
se solo lascio il filo del tuo andare.
Così rimani cura
nell’addio che si rinnova
e detti luci
e canto
e sogno
al mio bisogno di sospiro.
Alessandro Izzi


Critica in semiotica estetica della Poesia “A ogni taglio sulla pelle” di Alessandro Izzi
La parola drammatica dell’Izzi infrange il percorso chiuso autogarante dell’io e lacera l’interezza della mancanza costitutiva, insinua l’estraneità nell’intimo, rovescia il soggetto alla dimensione oggettuale, che subisce l’azione che gli è altra. E sebbene sia un’esiliante dimora, eternamente in commiato da se stesso, cerca ancora l’uomo, nel tempo circolare dell’inconscio, il balsamo ai vulneri sintomatici della coscienza, sospiro di senso a questo tendere disatteso.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti