Echi
Io vivo
Ed in te respiro
Echeggiando
Degli stessi
Mormorii della
Natura,
Infine divengo
Un atipico suono
Della tua stessa
Essenza:
M’infrango
Ai confini della bellezza,
Riducendomi
In polvere,
Per giungere
Purificato
In un mondo
Che non
M’apparteneva.
Matteo Bona


Significazione critica della poesia “Echi” di Matteo Bona
La parola profonda ed essenziale del Bona è rituale di trasgressione, è ricerca di eccedenza della disposizione all’azione usuale, per la sua demolizione, per l’errore in qualità d’ipotesi prospettica. Il poeta forza l’identità segnica e seconda al paradosso, oltre la relazione duale alla differenza, vuole aprire la parola al suono straordinario, al supporto della vita instante del continuum, all’orienza del senso. Il senso è al rituale di una morte estatica alla bellezza e di una nascita sempre nuova alla coappartenenza.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti