Critica in semiotica estetica dell’Opera “Pandemia” di Rosa Marasco

Dall’ombra alla luce, il dolore della Marasco è trasformazione. È la morte crisalidea della parola e della forma, a trovare la sizigia dell’opposto al silenzio e alla materia emozionale. L’isolamento nel bozzolo delle proiezioni psichiche si apre al viaggio interiore, alla rivisitazione della propria origine, alla ricerca di una verità collettiva, perché venga alla luce il breve volo di farfalla di un’espressione intersoggettiva condivisa alla coscienza, che comprenda l’Altro, perché interiorizzato. L’integrità passa attraverso la decostruzione, dell’azione libera d’essere oltre la forma, al di là del sacrificio della figura e in transito aperto. L’artista ripercorre un’etica della conoscenza, che ciclicamente tace per un nuovo suono rinascente, perché non ci sono che fragili e avvicendanti modi di sapersi, di sapere.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti