24 febbraio 2023
(Ucraina. Un anno di guerra)

…e va avanti e va indietro la spola…
sull’ordito del tempo c’è la madre che aspetta.
E va avanti e va indietro la spola
sta tessendo da secoli lo stesso sudario
al soldato che torna.

Passi sordi di un figlio partito
scaveranno soltanto un concavo muto
sulla soglia di casa.

…e va avanti e va indietro la falce
come i versi di un’ode alla guerra
scava fosse per vite mancate
e rimangono muti
troppi passi che non tornano più.

Vuoti d’aria nel grembo di madri impazzite
fanno eco allo strazio
allo stesso dolore dei capelli strappati
sull’altro lato del muro.
Torneranno solo ombre di croci,
a perdita d’occhio
dove tacciono i soldati dei “giusti”,
dove tacciono con lo stesso silenzio
i soldati “sbagliati”.

In ginocchio sul marmo
la croce la porta la madre che resta
la porta fino alla cima più acuta del Golgota
stringendo nel ventre
solo pezzi di un figlio straziato.

Resteranno da sole le madri sfinite,
rimarranno mute come madonne di cera
mentre ognuna stringerà sempre sul petto
lo stesso silenzio infinito di un “mai”.

Valerio Di Paolo


Critica in semiotica estetica della Poesia “24 febbraio 2023” di Valerio Di Paolo

Di reificante presenza sinestesica è la parola del Di Paolo, a tessere oltre la rappresentazione, alla verità diretta e dolente del sentire, comune e universale. La guerra è orrore senza nome, può indossare solo maschere di vuoti incontenibili. Il sacrificio non ha contesti di giustizia e solo dimostra quanto possa essere presente ferita un’assenza, uno spazio, un silenzio, tanto solido, da poterlo eternamente stringere al seno di madre.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti