Critica in semiotica estetica dell’Opera “Il sogno” di Giuseppina Caserta

La matita scultorea della Caserta inginocchia la coscienza del giorno alla potenza affrancante del sogno notturno. La prostrazione invocante della finitudine sfinita sublima la sua umiltà nella venerazione dell’inconscio, che rovescia la condizione miserrima dell’uomo all’hybris divina, senza spazio e senza tempo, all’infinità del possibile che supera i confini identitari, a forgiare un nuovo senso di sé e delle cose.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti