Alla mia malinconia
Pur s’è confuso tra le fioche luci il tramonto.
Il mondo non s’è accorto
delle tue dita intrecciate alle mie,
nell’oscurità di cobalto
che inizia ad ammantare il creato.
Gioisco dal mio balcone,
del delirio della maestà di luce
calante sopra le cime, laggiù.
Talora, similmente all’acciaio,
mi si incendia un lembo di tramonto
in mezzo alle dita.
E mi sovvengo di te, del tuo cuore assillato
dalla stessa malinconia che vedi in me.
In quale landa dal cuore arido eri in quel tempo?
Per quale motivo mi avvolge
l’intero sentimento, repentinamente,
allorché mi ritrovo malinconico
e ti percepisco distante?
Dalle mie mani mi son scivolate le poesie,
quelle che di solito leggo al calar delle tenebre.
Ogni volta, ogni volta che mi lasci al tramonto,
mi sento come le vette laggiù,
risucchiate dal vortice del buio.
Mauro Montacchiesi


Critica in semiotica estetica della Poesia “Alla mia malinconia” di Mauro Montacchiesi
La parola dedicata del Montacchiesi abita il romantico dolore della mancanza costitutiva dell’uomo, che innamorato cerca la sua nostalgica interezza perduta alla natura, all’ora del tramonto, nella sintesi fra la luce della coscienza e il buio dell’inconscio, nella tensione creatrice immaginante, a generare la poesia dell’istante. Allora le dita s’intrecciano alle amate dita rosee della luce, della natura pungente dell’acciale, perché la natura trafigga, coabitante, l’essere dell’uomo, la cui solitudine non è che il buio lancio di una domanda.
Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti