Critica in semiotica estetica dell’Opera “Piccolo Monumento” di Pierluigi Abbondanza

La rappresentazione rituale dell’Abbondanza è la costruzione di un nuovo monumento, in qualità di venerante onoranza di un ricordo, che figura le ieratiche fondamenta identitarie, introiettate per identificazione con i valori ascendenti dei padri. L’identificazione è atto del mettersi in scena nel nome, nel mascheramento del ruolo sociale, che incornicia l’essere nella luce di una coscienza esterna. L’iniziato si fa quadro per istituzione nel visibile, nel desiderio di conoscenza e di riconoscimento. La medesimezza è la sostanza permanente che riempie il contenitore della personalità, secondo il luogo dell’aspettativa esteriore, nel rimando del piacere alla sublimazione del desiderio. Il grembo sociale dà il nome, la maschera, la cornice di un dovere adattivo, il segno, alienante dallo sguardo di verità del volto, che dietro si cela, nel lancio prospettico dall’essere all’esistere.

Presidente Fondatrice,
Prof.ssa Fulvia Minetti